E.Calcagno-V.Morani, Granducato di Toscana. I francobolli e le varietà di cliché, 2014, pp. 1914
Dalla presentazione di Alessandro Papanti, presidente A.S.Po.T.

Lo studio dei difetti costanti dei francobolli di Toscana non è certo nuovo. Risale al 1960 l'articolo di Cesco Giannetto comparso su "Vita e valore del collezionismo", che ebbe il merito di affrontare l'argomento e porlo all'attenzione di editori e collezionisti.

Infatti dopo quella pubblicazione alcuni cataloghi specializzati, come il "C.E.I. Catalogo Enciclopedico Italiano" ed il "Catalogo Enciclopedico Bolaffi dei Francobolli degli Antichi Stati Italiani", riportarono l'esistenza di difetti caratteristici degli stereotipi.

A questo interesse iniziale non seguì tuttavia uno studio di approfondimento né ulteriori ricerche che conducessero alla redazione di una catalogazione delle varietà. Ciò fu probabilmente dovuto a obiettive difficoltà: la morbidezza della lega a base di piombo con cui erano realizzati i cliché li rendeva soggetti, oltre che a difetti originari, a deformazioni sopravvenute, ad invecchiamento ed a difetti occasionali. A ciò si aggiungeva il fatto che i cliché dei singoli francobolli erano soggetti ad occupare una posizione diversa nella composizione della tavola, quando questa veniva ricomposta per una nuova tiratura o la stampa di un diverso valore, il cui tassello era altresì mobile. Le variabili in gioco e le numerose combinazioni possibili comportavano quindi il superamento di notevoli difficoltà per qualunque appassionato pur desideroso di cimentarsi nella loro catalogazione.

Ad attenuare in parte questi ostacoli aveva provveduto Lorenzo Veracini, commerciante ma anche collezionista, che, avendo avuto a disposizione in questa duplice veste un gran numero di francobolli del Granducato di Toscana ed avendoli studiati per circa venti anni, era giunto ad organizzare una collezione incentrata sui difetti costanti, esposta a Empoli nel 2005 ed a Milanofil nel 2006, che ha costituito una buona base per ulteriori sviluppi.

Infatti questa collezione, messa a disposizione degli autori, combinata con l'altrettanto vasta raccolta di francobolli toscani con varietà di eliche' del dott. Vittorio Morani, è stata il fondamento sul quale l'opera si è andata sviluppando.

Restava da affrontare la parte più difficile: il sistema metodologico con cui ordinare e classificare i difetti e le varietà. E' stato certamente un lavoro estremamente complesso, che gli autori sono riusciti a portare a compimento grazie al rigore scientifico con cui hanno proceduto e nel quale ha avuto un peso determinante la formazione professionale dell'ing. Emilio Calcagno...
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